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Un Gatto dimenticato Il mio nome l'ho scordato. O forse non l'ho mai saputo. Ha poca importanza, immagino, dal momento che sono stato messo al mondo soltanto per morire... Di mia madre ho perso ogni memoria; non ricordo il suo profumo, il suo calore. Finì tutto troppo presto. Come un sogno, finì. Poi furono fame e sete. Il gelo in inverno, d'estate l'arsura. Ricordo la solitudine, il dolore. Le malattie che mi piagarono il corpo, lo sguardo indifferente della gente. Attraversavo strade e giorni, invisibile. Anche quando finii dietro le sbarre di qualcosa che non potevo chiamare casa. Invano aspettai che qualcuno si accorgesse di me. In silenzio vedevo gli altri andare via. I miei compagni più giovani e più belli. Eppure non li ho mai invidiati: nel mio cuore non alberga un sentimento così meschino... Se solo tu potessi vederlo, il mio cuore. Nascosto sotto questo pelo ispido, dietro questi occhi spenti. Ho un cuore grande anch'io, che potrei riempire d'amore. Se solo non fossi invisibile ai tuoi occhi. Se... Trascorrono i mesi - identici - dentro questa gabbia. Le stagioni si alternano ma non me ne accorgo, in quest'ombra sempre uguale. Non so quanto tempo ancora mi resta, non mi è dato di conoscere il destino. Lo accetterò, certo, qualunque esso sia. Rassegnato, mai ribelle. Non ti condannerò per non avermi scelto. Credimi, io comprendo ogni cosa... So di essere vecchio, malato, o troppo triste. Tu cerchi la bellezza, l'allegria. A me furono sottratte. Tu non lo sai, ed io non posso parlare. Vorrei potertelo dire. Che questa vita è appena un soffio, una parentesi. E' solo un'illusione. Come te, come tutti, speravo anch'io in un angolo di cielo. Avrò invece una tomba d'erba fiorita, distesa come un manto sulle ossa. Libero nuovamente di sognare. ( Dedicato a tutte le anime dimenticate che ogni giorno, nei rifugi o per le strade, aspettano un angelo che le riscatti. Diamo loro una speranza... ) Torna all''indice dei racconti |
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